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20 Giugno 2017
AIS BRINDISI VI INVITA ALLA MASTERCLASS FERRARI – TENUTE LUNELLI, 29 GIUGNO 2017 ORE 19.00 CASALE DEL MURGESE
22 Giugno 2017Undici sfumature di arancione, ovvero undici “orange wines”.
Questi i protagonisti dell’ultimo evento organizzato dalla Delegazione Ais di Bari il 16 giugno 2017 presso l’Hotel Hilton di Bari.
Prima della pausa estiva, il Delegato Cav. Raffaele Massa e il Direttivo, nell’ambito del progetto di promozioni dei vini bianchi pugliesi “Bianca di Puglia”, hanno voluto salutare soci e simpatizzanti con una degustazione davvero unica ed originale sia per l’argomento trattato che per i vini in degustazione.
Una vera e propria esperienza sensoriale, durante la quale occhi, naso e palato sono stati puntati su vini non convenzionali ma esclusivi, veri prodotti di nicchia, unici sia per la tecnica di produzione che per le quantità prodotte.
A guidare i numerosissimi partecipanti, che curiosi ed entusiasti hanno affollato la sala dell’Hotel Hilton, è stata la Sommelier Relatrice Ais, Dott.ssa Betty Mezzina.
Appassionata e competente, sempre prodiga nel raccontare curiosità, dettagli e segreti del vino, la dott.ssa Mezzina ha illustrato lo “stile orange” in tutte le sue sfumature, in un entusiasmante percorso che partendo dalle tecniche di coltivazione e produzione si è poi concluso nel bicchiere.
E come se bastasse, grande valore aggiunto dell’evento, è stata la presenza dei produttori di tutti i vini oggetto di degustazione, i quali hanno arricchito la serata raccontandosi e confrontando le rispettive esperienze.
Lo “stile orange”, ha chiarito la dott.ssa Mezzina, è una tecnica di vinificazione delle uve a bacca bianca, il cui mosto fermenta a contatto con le bucce per un periodo variabile da pochi giorni a qualche mese, motivo per il quale il vino assume sfumature di colore arancio.
In realtà fino agli anni ’70, quando ancora la tecnologia non aveva trovato ampio spazio in cantina, non era insolito riscontrare sfumature ambrata nei vini bianchi ; fu solo negli anni ‘ 80, allorquando si diffuse un nuovo gusto dei vini bianchi, che le pratiche di cantine si affinarono sempre di più per renderli luminosi e cristallini.
Pur tuttavia, numerosissimi sono stati i produttori che in varie nazioni del mondo, e quindi anche in Italia, hanno continuato a vinificare le uve bianche seguendo protocolli naturali, con il solo obiettivo di ridurre al minimo l’impatto del fattore umano: nomi come Gravner, RadiKon e Bressan non hanno bisogno di presentazione.
Ebbene, macerazione con le bucce, fermentazione con lieviti naturali, assenza di filtrazione, queste le principali tecniche di produzione degli orange wine, cui si affianca l’amore per la tradizione da parte di produttori che coltivando piccoli vigneti a conduzione familiare, producono poche centinaia di bottiglie, molto spesso da vitigni insoliti e poco diffusi, con tecniche di vinificazione originali e spesso fantasiose.
Così, spontanei ed ancestrali, eticamente corretti, mai uguali a se stessi, ecco gli orange wini, vere opere d’arte, espressione di una filosofia del vino pulita ed ecologica.
Sorprendente è stato scoprire che anche in Puglia sono tante le aziende che hanno abbracciato questo stile di vinificazione. La degustazione, infatti, ha avuto ad oggetto ben undici vini, di cui un intruso, ovvero un vino che di orange aveva solo il colore, ma non la tecnica di produzione.
Ebbene, merito delle bucce, il cui contatto con il mosto conferisce a quest’ultimo terpeni, flavonoidi e anche tannino, i vini oggetto della degustazione, hanno affascinato tutti per gli intensi ed originali profumi e per il gusto pieno.
Questi i vini, tutti pugliesi, nell’ordine in cui sono stati presentati, con la sapiente guida della relatrice e il contemporaneo intervento dei singoli produttori : Verdeca 2016 di Tenuta Macchiarola , macerazione con le bucce per sei giorni e quindi sei mesi di affinamento sempre sulle bucce, dal colore oro antico, naso di frutta candita e biscotto, fresco al palato e con una bella scia sapida; Belle Vignole, Fiano 2016 di Tenuta Macchiarola, macerazione con le bucce per quindici giorni, dal colore dorato e limpido, naso elegante ed aromatico, il gusto risenta della permanenza più lunga sulle bucce e si presenta leggermente tannico; Il quarto colore di Cantine Imperatore, prodotto da uve Pampanuto in purezza, di cui è stata degustata l’annata 2015 e 2016; la 2015, macerazione con le bucce per ventuno giorni e poi passaggio in barrique di rovere non tostato per una settimana, dagli intensi sentori di arancia, creme brulè e nocciola, fresco e minerale e con una bella pulizia di bocca; la 2016, dal colore più aranciato, profumi di rosa, fiori di zagara, in bocca nota leggermente tannica; Melech 2016 di Cantine Giara, prodotto da Grechetto 80% e Malvasia 20%, macerazione con le bucce per otto/dieci giorni, intenso color topazio, profumi di pieta focaia e frutta macerata, fresco al palato con note di zafferano e in chiusura nota tannica associata a radice di liquirizia; Mons Roni Cannitum 2016 di Cantine Giara, prodotto da Verdeca 60%, Malvasia 30% e Moscato 10%, senza chiarifiche e filtrazioni, intensi aromi di mela cotta e gusto pieno; Cosi com’è 2015 di Valentina Passalacqua, nome evocativo, prodotto da Falanghina, tonalità topazio prezioso, limpido, intensi sentori di arancia, bella freschezza e pulizia al palato; I tre volti Cantine Leonardo Pallotta, prodotto da Bombino bianco 85%, Malvasia di Candia e Moscato 15%, breve contatto con le bucce per quattro giorni, e poi ripassato nelle bucce del moscato passito prodotto dalla stessa azienda, profumo di resina, tostatura, cacao, minerale e sapido al palato; l’Eclettico 2015 di Agricola Paglione prodotto in solo 2000 bottiglie numerate da Bombino Bianco 50% e Malvasia bianca 50%, otto giorni di macerazione sulle bucce, profumi dolci e floreali, con bella freschezza dovuta alla presenza del bombino; l’Epiro 2015 Cantine Pirro, intruso tra gli orange, in quanto vinificato in bianco da uve Nero di Troia, non filtrato, sfumature arancioni, fruttato e pieno al gusto; Fatalità 2012 prodotto da Malvasia bianca in purezza, otto giorni di macerazione sulle bucce e quindi affinamento in barrique per sette mesi, vino ancestrale, colore ambrato, profumi dolci e di erbe aromatiche, gusto originale, voluttuoso ed intenso.
E’ stata, dunque, una piacevole sorpresa questa esperienza dalle sfumature arancioni.
Perciò la domanda è nata spontanea: chissà se un giorno, più o meno lontano, l’orange non sarà ufficialmente il quarto colore del vino.
Maria Carmela Santoro
Sommelier Ais Bari











