
Charme in Rosa, Vini rosati e Oli Extravergine di Puglia – 13 luglio 24 Chiostro dei Domenicani – Lecce
25 Giugno 2024
I Sommelier AIS Puglia presentano PUGLIA EVO 2024: evento per la Cultura dell’Olio e premiazione dei migliori oli evo regionali in compagnia di grandi vini
27 Giugno 2024Solstizio d’estate 2024. La sponda orientale della Puglia adriatica, da poco celebrata di fronte agli occhi del mondo intero in occasione del G7, torna a farsi scena di una bellezza impareggiabile, complice la luna piena che risale dal mare e bagna d’argento l’orizzonte.
E poi i bagliori dentro i calici e negli occhi, per una serata dedicata al “G20” nazionale: i vini di ogni regione d’Italia nella rassegna “Vitigni & Vini. Tesoro d’Italia” organizzata da Ais Murgia sulla spiaggia di Tamerici Beach Club a Monopoli.
Da anni, ormai, l’evento rappresenta una sorta di festa di fine anno, alla presenza dei neo-sommelier reduci dagli esami, degli enologi e dei vignaioli, della musica e della gastronomia, ma soprattutto delle oltre 120 etichette che disegnano il panorama della straordinaria biodiversità vitivinicola italiana. Un sodalizio che lega il mondo della ricerca scientifica a quello del mercato enologico, facendo della Puglia un ponte – geografico e culturale – tra la storia dei vitigni (in grandissima parte originari dell’oriente mediterraneo) e il futuro del consumo, con la crescente domanda di vino proveniente dai “non-western countries”, sempre più attenti alla qualità del made in Italy.
“Quando i vitigni si legano ad un territorio?” è stato il titolo del convegno introduttivo moderato da Michele Peragine alla presenza di Vincenzo Carrasso, Delegato Murgia AIS Puglia e ideatore della rassegna, e del Presidente di AIS Puglia Giacomo D’Ambruoso. La domanda posta è già insidiosa e riguarda il concetto stesso di vitigno autoctono e di tipicità. Perché ogni pianta è da sempre migrante. Ogni cultivar ha origini genetiche e provenienze lontanissime, spesso difficili da rintracciare, così come ha i suoi discendenti, i suoi incroci, ognuno con storie complesse, talvolta perse nella leggenda o nel dramma della storia (uno su tutti, la fillossera di inizi Novecento).
Alle puntuali indagini di Giuseppe Baldassarre, Consigliere Nazionale AIS e responsabile eventi AIS Murgia, è affidato il compito di far luce sulle tante scoperte enologiche che quotidianamente riscrivono la storia dell’ampelografia italiana. A partire dai vitigni “di casa” nel territorio pugliese. In degustazione, accanto ai più celebri Negroamaro, anche antenati diretti come la Visparola e la quasi perduta Maiolica, riemersa da anni di dimenticanza grazie al lavoro dell’abruzzese Cantina Tollo e di pochi altri produttori. Così come un altro padre nobile dell’enologia pugliese, il Bombino bianco, ammette tra i suoi figli la Cococciola, altro esempio abruzzese a testimonianza dell’antica transumanza che legava i due territori.
Ma tante sono le curiose corrispondenze di là dall’Adriatico: Croazia, Albania, Serbia, Montenegro e Slovenia sono da sempre luoghi di scambio tra penisola balcanica e stivale, eppure ancora manca una ricognizione certa e tracciabile di queste storie comuni. Di certo, per le piante come per gli esseri umani, il viaggio e lo scambio appaiono vitali e sorprendenti, vere promesse di sopravvivenza e di evoluzione.
Al futuro dell’enologia nazionale guarda anche Pierfederico Lanotte, Ricercatore IPSP-CNR che ha illustrato il progetto ReGeViP – Recupero del Germoplasma Viticolo Pugliese, un’ampia e complessa ricerca che punta alla salvaguardia di cultivar rarissime, intercettando quei piccoli e volenterosi produttori in grado di scommettere sul passato per governare il futuro. Tempo che si annuncia pieno di scommesse, soprattutto in termini di sostenibilità ambientale e di riconversione colturale, al fine di consentire all’intera filiera uno sviluppo che unisca identità, qualità e innovazione.
Con i vini in ghiaccio, la musica de I Miserabili band e le postazioni food disposte come isole sulla battigia, si passa poi alla lunga notte delle degustazioni, inseguendo le curiosità enologiche più insolite, anche intercettando cultivar impronunciabili che rammentano i localismi regionali: un Fraueler altoatesino, una Vitovka friulana, i Baratuciat, Avaná e Becuét piemontesi, un Sanforte toscano o un Muristellu sardo. Ma tante novità anche dalla Puglia enologica che riscopre i suoi Maresco e Notardomenico, tra le più entusiasmanti avventure di questa autentica miniera da riscoprire.























