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11 Giugno 2025
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12 Giugno 2025Risale agli inizi degli anni 70 l’istituzione del Premio televisivo “Telegatto” organizzato dal settimanale “Sorrisi e Canzoni”. La statuetta simbolo della manifestazione riproduceva le fattezze di un felino domestico e fu quasi naturale, 50 anni dopo, quando Vincenzo Carrasso, divenne responsabile della Delegazione Ais Murgia, l’associazione lessicale tra Telegatto e Delegatto. “Furono gli amici storici del Direttivo Ais dell’epoca ad affibbiarmi questo soprannome nel corso di una cerimonia per la consegna di un trofeo e di una copia del giornale”.

Sarà stata l’espressione sorniona di Enzo, come lo chiamano tutti, a suggerire il particolare soprannome. 58 anni, Infermiere presso l’Ospedale “Miulli” di Acquaviva, e’ anche il Coordinatore Didattico di Ais Puglia. “La divisa dell’Associazione e’ una seconda pelle. Lo diceva anche mia moglie Antonella, scomparsa qualche anno fa, e che condivideva con me l’impegno a favore della valorizzazione di vino e territorio”.

Abbiamo avuto due figli, di cui sono orgoglioso. Francesco (Kekko) ed Anna (Annuccia). Il primo è ingegnere aerospaziale, dopo Monaco ora è a Berlino. Realizza progetti con l'intelligenza artificiale e fa parlare i satelliti tra loro. La seconda è a Bucarest, geniale nel ruolo dei social e con gli e-commerce. È una social media manager”.


Ha un ricordo particolare dell’infanzia?
Evidentemente ero un predestinato. Da bambino in periodo di vendemmia mi piaceva girare per le strade del mio paese, Santeramo, attratto dai profumi dei mosti. Mi incuriosivano torchi e botti. E mi piaceva leggere di vino. Mi nascondevo in uno sgabuzzino illuminato da una candela. Una volta dalla piccola fiamma è scaturito un incendio, fortunatamente senza gravi conseguenze.

Come ha poi alimentato l’interesse per il vino?
Importante è stata la passione di uno dei miei fratelli, Nunzio, che vive in Val di Susa e che amava collezionare Barolo, Barbaresco, Arneis e Dolcetto d’Alba. Il mio mentore è poi divenuto mio allievo. Nel 2000 la svolta. Seguivo i corsi Ais organizzati in diversi comuni, Gioia del Colle, Noci, Alberobello. Mia compagna di banco era Teresa Ciccarone. Nel 2001 sono diventato sommelier e grazie a Vito Sante Cecere è iniziato un percorso che mi ha visto prima delegato pro tempore di Murgia e Taranto, poi confermato sotto le presidenze di Giuseppe Virgilio, dello stesso Cecere e ora di Giacomo D’Ambruoso. Vado fiero del lavoro svolto, la nostra è la delegazione, nata nel '93, con più soci: ben settecentotrenta!

Le cronache raccontano anche di un suo illustre estimatore.
Eravamo al Alberobello per un evento a cui partecipava Luigi Veronelli. Siamo entrati in confidenza. Prima di ripartire mi abbracciò dicendomi: “Vincenzo, io quasi non ci vedo più. Davanti a te, perù, percepisco un successo fatto di impegno e passione, con tanta gente al seguito.


In cosa consiste il suo ruolo di Coordinatore Didattico?
Cerco di supportare tutta AIS Puglia in una crescita esponenziale nella gestione della didattica con una particolare attenzione alla qualità delle sedi e della carta vini che ogni anno rinnovo durante la stagione estiva in preparazione dei corsi che verranno. La carta vini dei corsi è oggi ritenuta tra le più ricercate e coerenti con i parametri indicati dalla segreteria didattica nazionale. Intere giornate a sfogliare e leggere la Guida Vitae alla ricerca dei vini per i corsi.

Grazie a lei si è sviluppato un buon rapporto tra Ais Murgia e l'Aeronautica Militare. Quale è stata la scintilla?
Tutto è nato da un rapporto di amicizia e nello specifico nel 2004 con l'allora Comandante il Colonnello Pilota Stefano Salamida. Abbiamo organizzato un corso per sommelier programmato all'interno della Base, poi eventi, ancora altri corsi fino al 2025 con l'attuale Comandante il Colonnello Pilota Antonino Massara.
Sarà perchè ho sempre amato le uniformi, le discipline e la sicurezza, ma oggi potrei dire Aeronautica Militare per tutta la vita di AIS Murgia. Non c'è posto migliore come anche nelle scuole, per insegnare che bere consapevolmente si può, anzi si deve.

Se la vostra manifestazione più importante resta Dolcepuglia, un altro evento in forte crescita è Vitigni e Vini, in riva al mare. Ormai siamo prossimi, il 14 giugno.

Vitigni & Vini Tesoro d'Italia è alla IX edizione.
L’ambizione era già nelle intenzioni: portare in scena l'Italia dei vini da vitigni meno diffusi (non minori) e dei vini da vinificazioni non sempre convenzionali. Già l'idea rende chiara la difficoltà del progetto soprattutto se poi ci aggiungi vini che sono ancora in formula di microvinificazioni (sperimentali).

Come per Dolce Puglia, questo evento lo abbiamo reso itinerante ma, con questa terza edizione ci siamo fatti coccolare ancora dall'ospitalità del Tamerici Beach.
Cosa c'è di meglio d'Estate se non immaginare su un lido top, camminare tra la sabbia, ascoltare musica live, degustare le tradizioni gastronomiche con tra le mani qualche assaggio di vino? Il tramonto, la luna il cielo stellato e le scenografie ad ospitare 150 etichette da tutta Italia. Necessario aggiungere altro?

Nella sua attività professionale incontra tanta gente. Le capita in ospedale di essere riconosciuto anche come ambasciatore del vino?
Certo che si. E mi fa piacere. Così come sono orgoglioso di tutte le iniziative che con la mia squadra organizziamo per andare incontro a chi ha bisogno, con diverse modalità. Ci siamo adoperati anche durante il periodo Covid con un’asta di beneficenza.

Parliamo di cibo. Per lei i formaggi sono come la Kryptonite per Superman, non li sopporta. Ha invece una predilezione per la carne.
Ho un debole per i fornelli. E nel tempo libero mi dedico a trasformare qualcosa di buono in qualcosa di speciale. Vado in estasi. Mi piace parlare di carne sempre che dopo ci si possa dedicare agli assaggi.

Esiste il suo vino del cuore?
Quello che in un particolare momento della giornata mi faccia stare bene, mi faccia immaginare le storie di quel vino. Il mio vino preferito è quello che a volte mi consola, che la sera tardi, al ritorno dai corsi davanti al mio pc, mi ispira e fa compagnia mentre nel silenzio assordante penso e scrivo per nuovi progetti. Poi c'è il vino grandioso non necessariamente col blasone e del quale ritengo che il calice mezzo pieno vada sempre condiviso.


La rubrica Conosciamoci Meglio è realizzata da Michele Peragine per Ais Puglia