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Come Riccardo Muti, con cui condivide anche la folta capigliatura, è nato a Napoli (Quartieri Spagnoli) e si è poi trasferito in Puglia. L’illustre Direttore d’Orchestra a Molfetta, Raffaele “Lello” Massa, 63 anni, a Bari. Il Delegato dell’Associazione Sommelier Bari, degustatore, relatore ufficiale dal 2002, vicepresidente di Ais Puglia dal 2022. Conosciuto anche come “il Cavaliere”, Cavaliere al Merito della Repubblica in ambito sociale ed inclusivo, ha trascorso all’ombra del Vesuvio gli anni sino all’adolescenza.
“Avevo 17 anni quando tutta la famiglia, papà mamma, io e due sorelle, ci siamo trasferiti nel capoluogo pugliese. Mio padre era stato assunto come portiere d’albergo, presso il Palace Hotel.

Ha sofferto il trasferimento dalle sponde del Tirreno a quelle dell’Adriatico?
Ci siamo trovati subito bene e non solo per l’opportunità lavorativa di papà. Bari è solare ed i baresi sono da sempre accoglienti con tutti. Una città che amo e che mi ha dato tanto, sia nel lavoro che nella vita privata.
Le squadre di calcio sono spesso simboli identitari. Lei per chi tiene, per il Napoli o per la Bari?
I miei due figli sono baresi e ovviamente tifano biancorosso. Vorrebbero farmi cambiare idea, io ho il Napoli nel cuore, ma con campionati diversi in famiglia riusciamo tutti a tifare per entrambe le squadre.
Come ha vissuto la recente conquista dello Scudetto?
Una serata speciale, in concomitanza con l’evento più importante della nostra delegazione, “Bianca di Puglia”. Mi trovavo in uno dei luoghi più suggestivi di Bari, dove da anni teniamo il nostro iconico appuntamento, nato nel 2014 e giunto alla 11ma edizione, con diverse centinaia di ospiti, ma ero sintonizzato con lo stadio Maradona. Per come sono andate le cose ho gioito due volte.


Torna spesso nella città natia?
Cerco di mantenere i contatti con le radici, con diverse puntate nel corso dell’anno. Una visita d’obbligo è in occasione della Pasqua, quando provvedo direttamente alla fornitura del mio dolce del cuore: la Pastiera.
Oltre a Napoli e alla squadra biancazzurra, un’altra sua passione conosciuta è quella per i motori.
Un mondo che ho scoperto quando ho frequentato il corso di motorista presso l’Istituto Santarella, a Bari. Mi piace spostarmi con la mia Harley Davidson ma sono orgoglioso della mia vecchia 500 perfettamente restaurata. Le strade della Puglia in particolare, con le vedute costiere e gli itinerari dell’entroterra sono un invito costante per escursioni suggestive sul territorio con mezzi “speciali”.
Meno noto, invece, l’amore per le scarpe. Non le acquista, se le produce in casa.
Quando ero bambino, ero spesso da miei parenti che vicino casa avevano dei piccoli laboratori dove si realizzavano parti di calzature. Ho iniziato quasi per gioco a creare dei modelli.
L’odore della colla non mi ha più abbandonato e una volta giunto a Bari mi sono sempre più specializzato nella realizzazione di mocassini fatti a mano. Ho creato un piccolo laboratorio con gli arnesi necessari e mi procuro i pellami. Seguendo i saggi consigli di un abilissimo artigiano, che chiamo con affetto Maestro Arturo, produce scarpe di ottima fattura riservate alla famiglia.
Moglie e figli sono entusiasti. Intanto (non si sa mai…) ho creato anche un mio brand, Massa Shoes, avvalendomi della collaborazione dell’ottimo Pietro D’Onghia.



Quando e come si è avvicinato al mondo del Vino?
Già funzionario vendite di Barilla, a metà degli anni ‘90 ho cambiato lavoro, diventando responsabile vendite di Fratelli Gancia per il Sud Italia. Questa scelta mi indusse a frequentare un corso Ais proprio per acquisire un minimo di padronanza del settore. Supportare le vendite di vini e spumanti non è la stessa cosa che per pasta e biscotti, allora come adesso è necessaria una adeguata competenza.
Chi sono stati gli artefici del nuovo percorso?
Era il 1999 e L’Ais era alle prese con un vero e proprio rafforzamento sul territorio, legato anche un impegno comune con le Aziende vinicole teso a favorire sempre più il concetto di Qualità. Tra gli artefici di questa rinascita associativa voglio citare in primis ed a pari merito Vito Sante Cecere ed Enzo Scivetti. Con loro anche Germano Farina che amministrativamente ha messo in campo l’Associazione pugliese che quest’anno compie 50 anni! A loro va riconosciuto il merito della posa della prima pietra dell’attuale Associazione Italiana Sommelier della Puglia, che conta oggi 4000 soci ripartiti in sette delegazioni.

Lei guida la Delegazione Ais di Bari dal 2006. Il tempo sembra non passare.
Un impegno oneroso sostenuto grazie all’ instancabile gruppo di colleghi che mi affianca dagli inizi e che ringrazio per l’energia messa in campo. Le attività formative, i diversi eventi, sono continue testimonianze della coesione di un gruppo inossidabile e capace.
Che cosa la inorgoglisce di questa esperienza?
I 36 corsi professionalizzanti sin qui organizzati in Delegazione, con più di 1.500 diplomati, che hanno certamente contribuito alla diffusione di una cultura fino a qualche anno poco diffusa. Forse è anche grazie ai nostri sommelier, seri e capaci comunicatori, che l’attenzione intorno al mondo del vino è fortemente cresciuta, soprattutto da parte di donne e giovani, ai quali in tantissimi casi si prospettano anche valide opportunità di lavoro.
Ais Bari è nota anche per il progetto sociale inclusivo “Il Sommelier Astemio”
Una grande idea per aiutare il mio secondogenito, Andrea, affetto da una leggera disabilità, e tanti come lui a ritagliarsi un posto nella collettività e soprattutto nel lavoro. Ritenuta da alcuni visionaria, oggi invece registra un grande risultato.

Un lavoro immenso, di squadra che vede sin dal 2017 un nugolo di sommelier da me guidati, impegnati a capire come arricchire le competenze di alcuni giovani lavoranti in un ristorante a Rutigliano. Da qui il progetto, per insegnare ai ragazzi a raccontare un vino solo con vista e olfatto. Sostenuti dal Presidente di Ais Puglia Giacomo D’Ambruoso e da Ais Italia oggi contiamo più di 100 tra ragazze e ragazzi formati, non solo in Puglia ma anche in Emilia Romagna, e 3 profili inclusi in altrettante strutture con contratto a tempo indeterminato.


Il Cav. Raffaele Massa con il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli
Sono piccoli numeri, straordinari però se pensiamo alle famiglie che possono intravedere un futuro dignitoso per i loro figli. In verità il cerchio si dovrebbe chiudere con gli imprenditori, che dovrebbero impegnarsi di più su questo fronte.
In dirittura d’arrivo anche la realizzazione della Masseria Didattica Urbana Ais.
In autunno auspichiamo l’avvio delle ristrutturazioni della vecchia Masseria Borracci, a Mungivacca. Recuperata, quella struttura in abbandono sarà il luogo delle libertà e della dignità. I ragazzi che la frequenteranno si formeranno ai tavoli dell’enoteca con cucina prevista nel progetto, come addetti di sala-sommelier astemi, con un tirocinio adeguato alle loro esigenze, per essere pronti al lavoro.
Inoltre proprio in questi giorni abbiamo ricevuto da una signora, trasferitasi all’estero, una donazione di alcune particelle di terreno incolto nella stessa zona dove intendiamo realizzare un grande orto sensoriale con le erbe aromatiche, per le attività esperienziali dei ragazzi ed anche per le forniture alimentari delle cucine.

A proposito di cucine: ha un ristorante preferito?
Il gioco di parole viene facile: il Sorso Preferito, locale storico a Bari…È della famiglia di mia moglie Loredana.
Ultima curiosità. Quale vino si sente di indicare per l’estate alle porte?
Ve ne sono tanti. E non abbiamo bisogno di allontanarci dalla Puglia. Ancora di più rispetto agli anni scorsi sarà la stagione dei Bianchi e dei Rosati. E la vetrina del 23 maggio scorsi, con oltre 200 etichette da tutta la regione, ha fornito esaurienti risposte per ogni tipo di richiesta.

La rubrica Conosciamoci Meglio è realizzata da Michele Peragine per Ais Puglia